5 atleti disabili trasformano la loro vita attraverso lo sport

5 atleti disabili trasformano la loro vita attraverso lo sport

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Qui vi raccontiamo la storia di 5 atleti cui il destino ha riservato delle terribili sfide dinanzi alle quali non si sono arresi, ma si sono rialzati e hanno fatto dello sport la propria ragione di vita.

Lo sport non è semplicemente un passatempo, lo sport può insegnare la resistenza e la resilienza, l’importanza della tenacia e della costanza, può migliorare il rapporto con la fatica e il dolore che nel suo ambito sono sinonimo di impegno e lavoro muscolare. Lo sport favorisce i rapporti sociali, crea empatie e amicizie, fa crescere l’autostima perché si compone di tante piccole, grandi sfide e di obiettivi il cui raggiungimento potenzia le capacità dell’individuo e ne definisce i pregi.

Ecco perché, attraverso lo sport, si può raggiungere un’affermazione di sé non solo a livello individuale e personale, ma sociale.

Ecco perché lo sport ben si coniuga con l’esigenza di aiutare gli individui ad uscire dalle restrizioni proprie o dettate da determinate condizioni fisiche.

Ecco perché lo sport è il mezzo migliore per crearsi una nuova esistenza nel momento in cui la vita ti pone di fronte a risvolti del tutto inaspettati e apparentemente devastanti.


Ne sono un esempio lampante i 5 atleti di cui vogliamo parlarvi, 5 atleti che, per un crudele destino, sono diventati degli atleti speciali. L’impatto con la nuova realtà di disabili è stato per loro, come può essere ben comprensibile, a dir poco devastante. Ma a volte, dopo un periodo di buio emotivo, si può riaccendere una luce in modo del tutto inaspettato e, nei casi di cui andremo a raccontarvi, la scintilla è scattata proprio attraverso lo sport.

Ne è un esempio la storia del primo protagonista, Adriano Bolognese, che a seguito di alcuni interventi chirurgici sfortunati, si è visto costretto su una sedia a rotelle. Dopo un lungo periodo di devastante disperazione, Adriano, che da sempre praticava il ciclismo con ottimi risultati eccellenti ed una serie di titoli nazionali (campione Italiano nel 2006 e regionale e provinciali Puglia – Lecce fino al 2010), ha sentito forte il richiamo della sua passione per lo sport e, scoperto un nuovo modo di fare ciclismo attraverso un mezzo idoneo chiamato Handbike, è tornato a vivere appieno la sua vita. Dopo la ripresa dell’attività sportiva, Adriano è stato presto accarezzato dall’idea di mettersi al servizio di chi, come lui, non ha grandi prospettive a causa di una grave carenza di strutture e centri adeguati per far svolgere attività fisica ai diversamente abili. Così ha dato vita ad un’associazione, l’ASD Mollare Mai, il cui nome racchiude in sé il grido alla vita e la necessità di imparare a godersela in qualsiasi condizione si versi.

Poi l’incontro con Pierluigi Maggio che, in seguito ad un incidente stradale con la sua amata moto da cross – a soli 17 anni – ha ripreso  in mano la sua vita tornando a praticare nuovamente endurocross e non solo. Ha anche abbracciato la corsa paralimpica e la mountain-bike svolgendo gare a livello Italiano. Pierluigi e Adriano sono divenuti, così, i due pilastri dell’ ASD Mollare Mai ed ogni giorno lottano per regalare un sorriso in più ad ogni disabile. 

Anche l’incontro con Stefano Petranca, diventato ipovedente all’ età di  30 anni a causa di una retinite pigmentosa progressivamente invalidante, è stato molto stimolante ed ha aperto l’associazione ad un nuovo tipo di disabilità. Stefano risulta tra gli atleti più tenaci e temerari, si è sempre sfidato soprattutto nella corsa svolgendo maratone, ultra maratone, trail di montagna, triathlon e tanto altro.

Vincenzo De Pascalis, tetraplegico dall’età di 16 anni, è un’altro giovane protagonista la cui condizione è legata ad un fatale tuffo in piscina. Da sempre amante del nuoto, anche a livello agonistico, appassionato di palestra e body building, subisce un  incidente di percorso per via di un tuffo in piscina sbagliato e sbattendo la testa l’urto subito è bastato a fargli perdere parti del suo corpo. Vincenzo, a seguito del suo incontro con Adriano dopo due anni dal suo incidente, si appassiona di ciclismo ed inizia a praticare l’handbike con l’obiettivo di svolgere il Giro d’Italia nel 2020.

Infine possiamo parlarvi di Franco Pascali, il “gigante buono” con una distrofia al braccio subentrata a seguito di un incidente che gli è valso una ferita al gomito male calcificata, al punto da bloccare definitivamente l’articolazione. Appassionato di bike Franco non si è abbattuto ed ha costruito sul suo mezzo da corsa un adattamento per appoggiare il braccio sul manubrio e da tanti anni pratica il ciclismo come suo allenamento quotidiano.

L’ incontro e l’interazione tra questi atleti speciali, il loro riavvicinarsi allo sport, ha fatto sì che arrivassero a compiere insieme un’impresa sportiva unica nel suo genere: il giro del Salento nell’ambito di una Randonnèe.

Tutti insieme, complici e amici, questi 5 atleti speciali hanno percorso 200 km tutto d’un fiato, ciascuno con il proprio mezzo ciclistico: Handbike per Adriano e Vincenzo, tandem per Stefano e la sua guida, bike per Pierluigi e Franco.

Un’avventura che li ha portati a fare il giro del Salento in lungo costa e a superare i propri limiti fisici di preparazione scoprendo così che l’unione fa la forza, che la combinazione di passione, amicizia, tenacia e gioia di vivere cancella tutti gli ostacoli e permette di conquistare una vita piena e soddisfacente.

È questo il messaggio che l’associazione ASD Mollare Mai vuole lanciare forte:

TUTTI POSSONO E OGNUNO PUO’!

attraverso lo sport si può riconquistare fiducia in se stessi, nella vita e un posto di tutto rispetto nell’ambito di una società a volte ancora impreparata, ma indubbiamente disposta ad aprirsi, ai diversamente abili che sono pronti a cercare dentro di sé la forza per reagire.

Cos’è lo sport per questi atleti che grazie ad esso hanno travolto la loro vita?

Lo sport è una delle vie maestre sull’insegnamento è l’arte della resilienza, della capacità di metterti in discussione e a volte di accettare le sconfitte e i fallimenti, conoscerti, rialzarti ed evolverti.

Si diventa campioni compiendo performance eccellenti e, per riuscirci, è necessario allenarsi a piccoli passi e con costanza, in modo da tirare fuori il massimo delle proprio potenzialità. Si arriva a livelli eccellenti rispettando programmi e immensi allenamenti, metterci forza di volontà, costanza e autodisciplina.

La differenza sta tra la reazione che l’atleta ha di fronte a un simile stress, il modo con cui lo interpreta, come lo percepisce, come lo vede e l’utilizzo che ne fa. Dipende molto da come tratta lo stress, se da nemico oppure da alleato.

Impariamo ad allenare il nostro cervello oltre ai muscoli e ricordiamo che anche il viaggio più lungo e l’obiettivo più ambizioso sono composti da tanti piccoli passi. Tra un passo e l’altro ci saranno sempre imprevisti che contribuiranno a rallentarci. Non possiamo prendercela con nessuno, perché nessuno ha messo lì quegli imprevisti per intralciarci e per infastidirci. Sono esperienze indispensabili per fortificarci. E’ questa la vita!

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